Giovedì 6 giugno si è conclusa l’ottava edizione di Beaches Brew all’Hana-Bi di Marina di Ravenna. L’evento è stato curato, come sempre, dall’associazione culturale Bronson Produzioni che da anni inaugura l’estate dei Festival in Italia con il Beaches Brew.
Sono stati quattro giorni spettacolari per tanti motivi: un mare di gente di etnie diverse, una ricchissima proposta musicale ed un’esperienza davvero unica e inimitabile.
La spiaggia dell’Hana-Bi è stata presa letteralmente d’assalto sia di giorno che di notte, sembrava di ritrovarsi a Ferragosto o alla Notte Rosa. Però quello che veramente mi ha sorpreso non è stata la presenza di 15.000 persone, ma piuttosto incontrare sulla stessa spiaggia così tante persone diverse per: genere, razza, inclinazione sessuale e gusti politici.
A confermare la grande varietà del pubblico che avevo visto ci ha pensato poi il comunicato stampa ufficiale del Beaches Brew, dove hanno confermato la provenienza del pubblico da ben 16 paesi al mondo: Italia, Paesi Bassi, Stati Uniti, Canada, Australia, Svizzera, Danimarca, Svezia, Irlanda, Germania, Austria, Spagna, Turchia, Sud Africa e Regno Unito.
È stato davvero spettacolare vedere così tante persone che si sono ritrovate tutti qui all’Hana-Bi per condividere la propria passione per la musica e condividere un’esperienza davvero unica.
Il festival ci ha portato alla scoperta di nuove sonorità che possono essere definite tra le più innovative di sempre. In 4 giorni, ho potuto ascoltare tanti generi diversi, molti dei quali mai ascoltati prima.
Non sono riuscito a stare dietro a tutti i 20 concerti, dovevo scegliere tra 3 stage dislocati uno al molo e due sulla spiaggia. La mia esperienza al Beaches Brew può essere riassunta, come un viaggio che mi ha portato prima in Niger, Turchia, Sud Africa per poi salire verso l’Olanda e terminare negli Stati Uniti.